La semina e la raccolta del grano, erano tra le attività lavorative più importanti fino a qualche decennio fà, poiché il grano era uno delle principali fonti di sostentamento.
Per la semina del grano si utilizzano dei terreni speciali detti “MAISI” i quali venivano utilizzati prima per la coltivazione delle patate e del granturco “U MIGLIU”, poi tra Luglio e Agosto si “SPANICAVA” il terreno cioè si dissodava e poi a novembre si seminava il grano.
La sera prima della semina il grano si ” ‘NCACIAVA” (cioè si mischiava il grano con una soluzione di acqua e “PETRA TRUCCHINA” (PIETRA TURCHINA ,minerale a base di rame), perché impediva al grano stesso di “INTIZZUNARE” cioè di diventare nero come il carbone quindi inutilizzabile ai fini della semina.
A marzo il campo di grano si “MUNNAVA” cioè si toglievano le erbacce come “A’ JHINA, U’ STOCCAMENTA, U’ JUAGLIU, I’ PAPARINE, I’ CARDUNI ECC.”.
Nel mese di giugno si iniziava a mietere, e per credenze popolari non si iniziava né di lunedì né di venerdì.
Gli uomini per mietere utilizzavano “A FAVUCE” (La falce) mentre le donne utilizzavano “U RUNCIGLIU” (piccola falce).
In sostanza chi si occupava della mietitura era l’uomo mentre il compito delle donne era quello di raccogliere il grano tagliato e legarlo a mazzi “I’ GREGNE”.
I’ GREGNE” venivano sistemate in covoni “A CAVAGLIUNI“.
Terminata la mietitura le donne trasportavano i covoni sulle aie “ARIA” (SUPRA L’ARIA DI GUSTINO, SUPRA L’ARIA DI RAFELI ‘U JANCU ECC.) dove in un secondo momento preparavano a “PISERA” l’insieme di tutti “I’GREGNE”.
A questo punto si disponevano a circonferenza sull’Aia “SUPRA L’ARIA”, la cosiddetta “MESSA“, con la spiga all’interno ed i “STRUCUNI” all’esterno o nella parte più esterna della circonferenza, poi via via venivano poste spiga su spiga verso l’interno.
Completata questa operazione, si faceva passare di sopra una pietra particolare detta “TRIGLIA” che veniva trainata da un asino o da un mulo per sgranare le spighe.
Successivamente venivano tolti “I SCAGLI” (grano vestito) cioè spighe di grano
che non si schiacciavano, mediante “I SCUPULI DI PULICARI“.
Quindi, per separare i chicchi di grano dalla paglia si “VENTULIAVA” il tutto lanciando in aria “CURI TRIDENTI O CURI PALE” il grano e la paglia, in modo che i chicchi si separassero dalla paglia.
Terminata questa operazione il grano veniva “CERNUTU CURU CRIVU“, poi lo si raccoglieva in recipienti chiamati “MENZITUMMINU” che servivano anche per misurarne la quantità.
Per la conservazione si utilizzavano dei contenitori detti “SPURTUNI” o dei sacchi.
Il grano, veniva poi portato al mulino “ARU MULINU” ed in cambio si otteneva farina e crusca (“CANIGLIA” – alimento per i maiali”)